La classificazione delle lingue padanesi su cui c’è maggiore accordo è la seguente:
-- gruppo gallo-italico: piemontese, ligure, lombardo e emiliano-romagnolo;
-- gruppo veneto: veneto e istrioto;
-- gruppo ladino: rumantsch-grischun, ladino e friulano.
Definizione di “dialetto”
Molto spesso, in ambito italiano, le lingue padanesi sono ancora chiamate “dialetti”. Tale denominazione non è giustificata, se si considera l’unica definizione sostenibile di “dialetto”, che è la seguente:
"Il dialetto è una variante di una lingua, è spesso comprensibile dai parlanti della stessa lingua, conserva grosso modo la sintassi e grammatica della lingua madre.”
Poiché, come dice la stessa Accademia della Crusca, le lingue padanesi derivano direttamente dal latino (come l’italiano standard), ma ormai non conservano più né la sintassi né la grammatica della lingua madre, devono essere considerate lingue autonome.
Purtroppo, come già detto, in molti si ostinano a chiamarle “dialetti”, adducendo a volte delle giustificazioni insostenibili. Ne vedremo ora alcune.
Criterio (insostenibile) dell’estensione geografica
In una grammatica ben conosciuta, troviamo scritto: “Il dialetto è usato in un’area più circoscritta rispetto alla lingua, la quale invece appare diffusa in n’area più vasta”.
Orbene, consideriamo la Slovenia, dove si parla la lingua slovena. La Slovenia è all’incirca 20.000 Km2. Ma la Sicilia (lingua siciliana) ed il Piemonte (lingua piemontese) sono più di 25.000 Km2, la Lombardia (lingua lombarda) è più di 23.000 Km2, l’Emilia-Romagna (lingua emiliano-romagnola) è più di 22.000 Km2. Ne consegue che tutte queste sono sicuramente “lingue”.
La grammatica che è stata citata esamina alcune altre definizioni di dialetto, non le trova sostenibili, e alla fine conclude così: "Tanto che si deve concludere così: l'unico criterio abbastanza sicuro per distinguere le lingue dal dialetto è la minore estensione geografica di quest'ultimo". Ma abbiamo appena visto che è sufficiente guardare allo sloveno per avere la conferma che quelle padanesi sono "lingue".
Criterio (insostenibile) dell’ufficialità
Qualcuno prova ad affermare: “le lingue sono le parlate ufficiali”.
L’Occitano non è una lingua ufficiale e non lo è mai stato. Eppure i tutti i linguisti definiscono l’Occitano (o Provenzale) una lingua e non un dialetto.
Criterio (insostenibile) del bilinguismo
Non sapendo più che pesci prendere, qualcuno prova ad affermare “c’è sempre stato bilinguismo, con l’italiano che era la lingua e la parlata locale che era il dialetto”.
Niente di più sbagliato. Nel 1861 si stima che coloro che parlavano italiano fossero il 2% della popolazione italiana, concentrati specialmente in Toscana ed a Roma. Ma con meno del 2% di parlanti italiano, non ci può essere assolutamente nessun bilinguismo.
Piccola conclusione
Abbiamo visto che l’unica definizione accettabile di dialetto ha come conseguenza che le lingue padanesi devono essere chiamate appunto “lingue”.
Si tenga poi presente che la globalizzazione ha portato alla conoscenza di tutti il fatto che nel mondo sono parlate più di 6.000 lingue. Molte di queste lingue sono parlate da piccoli gruppi di popolazione, ad esempio le circa 200 lingue Australiane sono parlate ognuna da poche centinaia di persone.
Eppure nessuno si sognerebbe mai di chiamarle dialetti.
Data questa premessa, come si possono chiamare “dialetti” le nostre lingue, che sono parlate ancora da milioni di persone ?
Posted on Friday, August 01 @ 09:41:27 CEST by dragonot |