Testo trovato in biblioteca, interessante e ricco di spunti per chi non č preparatissimo come me.
"Breve storia dell'educazione linguistica dall'unitą a oggi" di Gensini Stefano (insegnante all'universitą di Napoli). Carocci, Le Bussole; 127 pagine 9 .
E' la storia di una guerra totale e spietata alla "malerba dialettale" (pag. 23) sacrificata sull'altare del nazionalismo italico nonostante il buon
senso di molti studiosi del tempo a partire dal 1860 ... !
Alcuni spunti:
pag. 34: Giovanni Crocioni, marchigiano ... " la politica italiana č tradizionalmente ostile al regionalismo, perchč vi vede il pericolo del
separatismo; di qui, specie nella scuola, una tendenza a livellare, pareggiare uniformare che ha reso gravemente inefficace l'insegnamento.
L'unitą vera del paese, culturale e linguistica, va invece costruita a partire dalle differenze, senza volerle nascondere o negare" ... (n.d.r.
opinione troppo intelligente e onesta per la media nazionale).
Manzoni - che aveva teorizzato che tutti gli insegnanti fossero toscani ... (!) - e soprattutto De Amicis su posizioni giacobine, a differenza di Ascoli
e di Giuseppe Lombardo Radice che afferma (pag. 37)
a) il bambino non č una tabula rasa da indottrinare, ma un soggetto autonomo, gią ricco di cultura,
che la scuola deve conoscere, rispettare e con il quale deve stabilire un rapporto di interscambio ...
b) il patrimonio linguistico iniziale del bambino č parte integrante della sua individualitą: il dialetto nativo, nella sua spontaneitą, aderisce pił e
meglio della lingua nazionale "all'anima del bambino".
Pag. 39: Nel 1931, in omaggio al centralismo linguistico dello Stato fascista, veniva vietata la stampa di ogni testo dialettale, divieto che si
estendeva ben presto ai giornali, al teatro, alla radio, a ogni forma di comunicazione.
Dalla pag. 57 documenti d'epoca di Cesari, Manzoni, Ascoli, Nazari, De Amicis (che mette alla berlina i modi di esprimersi di ragazzi di svariate
regioni d'Italia ... - chissą a quale moderno saputo della politica culturale e linguistica italiana andrebbe associato ... ! -), Villari, Crocioni, Monaci, Gramsci, Terracini (1927) che parla di "dignitą del
dialetto" e che in modo sagace ... scrive anche: "A molti infine destņ apprensione il caso, assai frequente, di un maestro che insegni in una
regione che non č la sua. E come se la caverą questo povero maestro? In modo
semplicissimo: imparerą il dialetto dai suoi alunni." ...
Infine ricca bibliografia.